counselling
L’antica saggezza di una nuova professione
Parlare di counselling oggi significa parlare di una relazione d’aiuto che ha trovato una sua connotazione in ambito professionale. Tale professione sostiene i processi che un individuo si trova ad affrontare nei momenti di disagio e aiuta a riconoscere le dinamiche che si sviluppano in differenti ambiti della vita.
La figura del counsellor non è da intendere come un consigliere ma come una persona specializzata nell’accompagnare un individuo a sviluppare una propria autonomia di pensiero e azione rispetto alla tematica che lo rende titubante.
Il counsellor professionista si impegna a sviluppare una relazione con il cliente dove le competenze apprese in seguito ad una formazione in ambito psicosociale, diventano uno strumento che permette alla persona di scegliere tra le molteplici possibilità che l’impiego delle proprie risorse offre per affrontare le relazioni interpersonali.
Un grande contributo per questa professione arriva dall’Analisi Transazionale che viene definita una teoria della personalità finalizzata alla crescita ed al cambiamento della persona. Questa pratica evidenzia un quadro della strutturazione psicologica dell’individuo, permettendo così una comprensione del funzionamento e dell’espressione della personalità in termini di comportamento, di comunicazione e di sviluppo.
Esistono comunque differenti i tipi di approccio nell’ambito del counselling e il contributo che ogni modello apporta a questa disciplina, diventa una ricchezza al servizio dei clienti che, come individui unici, possono trovare differenti vie per supportare il proprio cammino evolutivo.
La capacità di orientarsi nella “mappa” di riferimento del cliente è un approccio evolutivo che permette al counsellor professionista di depurarsi mentalmente e prestare la massima attenzione ai preconcetti che inquinerebbero la libera scelta del cliente.
Aiutare un individuo a prendere coscienza dei propri schemi, credenze e valori per promuovere la spontaneità, serve a liberare un flusso di energie creative incarcerate.
Spontaneità e naturalezza sono concetti che, nel tempo, l’Essere umano ha confinato in piccoli spazi della propria vita, lasciando ampio spazio a una personalità costruita sulle basi di una moralità sociale, credenze famigliari e comportamenti condizionati dall’ambiente esterno.
Attraverso un percorso di counselling, tali condizionamenti possono essere impiegati come strategie comportamentali, perché dettati da un libero impiego consapevole e non più come condizionamenti indotti.
Pertanto il concetto di spontaneità non deve essere inteso come “anarchia sociale” ma come la possibilità di scegliere con consapevolezza in quale misura poter accedere ad uno e all’altro bacino di risorse, per poter agire nell’integrità della propria persona.
Parlare di counselling oggi significa parlare di una relazione d’aiuto che ha trovato una sua connotazione in ambito professionale. Tale professione sostiene i processi che un individuo si trova ad affrontare nei momenti di disagio e aiuta a riconoscere le dinamiche che si sviluppano in differenti ambiti della vita.
La figura del counsellor non è da intendere come un consigliere ma come una persona specializzata nell’accompagnare un individuo a sviluppare una propria autonomia di pensiero e azione rispetto alla tematica che lo rende titubante.
Il counsellor professionista si impegna a sviluppare una relazione con il cliente dove le competenze apprese in seguito ad una formazione in ambito psicosociale, diventano uno strumento che permette alla persona di scegliere tra le molteplici possibilità che l’impiego delle proprie risorse offre per affrontare le relazioni interpersonali.
Un grande contributo per questa professione arriva dall’Analisi Transazionale che viene definita una teoria della personalità finalizzata alla crescita ed al cambiamento della persona. Questa pratica evidenzia un quadro della strutturazione psicologica dell’individuo, permettendo così una comprensione del funzionamento e dell’espressione della personalità in termini di comportamento, di comunicazione e di sviluppo.
Esistono comunque differenti i tipi di approccio nell’ambito del counselling e il contributo che ogni modello apporta a questa disciplina, diventa una ricchezza al servizio dei clienti che, come individui unici, possono trovare differenti vie per supportare il proprio cammino evolutivo.
La capacità di orientarsi nella “mappa” di riferimento del cliente è un approccio evolutivo che permette al counsellor professionista di depurarsi mentalmente e prestare la massima attenzione ai preconcetti che inquinerebbero la libera scelta del cliente.
Aiutare un individuo a prendere coscienza dei propri schemi, credenze e valori per promuovere la spontaneità, serve a liberare un flusso di energie creative incarcerate.
Spontaneità e naturalezza sono concetti che, nel tempo, l’Essere umano ha confinato in piccoli spazi della propria vita, lasciando ampio spazio a una personalità costruita sulle basi di una moralità sociale, credenze famigliari e comportamenti condizionati dall’ambiente esterno.
Attraverso un percorso di counselling, tali condizionamenti possono essere impiegati come strategie comportamentali, perché dettati da un libero impiego consapevole e non più come condizionamenti indotti.
Pertanto il concetto di spontaneità non deve essere inteso come “anarchia sociale” ma come la possibilità di scegliere con consapevolezza in quale misura poter accedere ad uno e all’altro bacino di risorse, per poter agire nell’integrità della propria persona.